News sentenze Cassazione febbraio 2015
Fa saltare alla vittima solo un dente, ma per la Cassazione le lesioni sono aggravate
Secondo la Cassazione (sentenza 28 gennaio 2015, n. 4177) in tema di lesioni personali anche l’avulsione di un solo dente fa scattare l’aggravante di cui all’articolo 583 c.p. Il suddetto fatto, chiarisce la Suprema Corte, è infatti una menomazione seppur minima della potenzialità di un organo ed è, pertanto, sufficiente per aversi indebolimento permanente, indipendentemente dalla possibilità di applicare una protesi dentaria.
Così gli Ermellini hanno confermato la condanna di un uomo per il reato di lesioni aggravate per aver provocato la “completa avulsione traumatica di un incisivo superiore” riportata dalla persona offesa. A nulla sono valse le difese dell’imputato che ha segnalato la circostanza che la vittima non avesse patito alcun indebolimento giacché le lesioni non avevano inciso in modo permanente sul suo apparato masticatorio.
Guida in stato di ebbrezza: giusto sottoporre all’etilometro anche i ciclisti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4893 del 2.02.2015, ha precisato che il reato di guida in stato di ebbrezza può essere commesso anche dai ciclisti.
La Suprema Corte ha, infatti, puntualizzato che ai fini dell’integrazione della condotta illecita di cui all’articolo 186 del Codice della Strada, il numero di ruote del veicolo guidato ovvero la presenza di un motore, non hanno alcuna rilevanza. Ciò che conta è l’effettiva idoneità del mezzo ad interferire con il regolare e sicuro andamento della circolazione stradale, con la conseguente creazione di un obiettivo e concreto pericolo per la sicurezza e l’integrità del pubblico degli utenti della strada.
Se lei è rimasta “illibata” il matrimonio è nullo, anche in mancanza di oggettiva certezza
Con una recente sentenza (n. 1729/2015) la Corte di Cassazione ha precisato che in caso di richiesta di annullamento di matrimonio per mancata consumazione dello stesso da parte dei coniugi qualora le dichiarazioni rese dal difensore delle parti assumano contenuto decisivo nel corso del procedimento, queste sono idonee ad ottenere una pronuncia di nullità del matrimonio.
E ciò, prosegue la Corte, anche nel caso in cui risulti difficile accertare, con assoluta certezza, se la donna sia rimasta o meno illibata fino al matrimonio: la valutazione ginecologica infatti non sempre riesce ad escludere ovvero a confermare la mancanza di rapporti completi con il marito.
Sulla base di tali presupposti, i Giudici di legittimità hanno confermato la statuizione della Corte d’Appello di Napoli che dichiarava cessati, per mancata consumazione, gli effetti civili del matrimonio tra due coniugi.
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