News sentenze Cassazione agosto 2014
“Doggy bag”, alberghi e ristoranti non possono negarli
Con sentenza n. 29942 del 2014 la Suprema Corte di Cassazione ha chiarito che fa ormai parte delle regole «comunemente accettate nella civile convivenza», permettere ai clienti di ristoranti e alberghi di portar via dal tavolo il cibo avanzato per darlo ai propri cani; aggiungendo, inoltre, che è anche possibile riempire la propria borraccia con l’acqua che è rimasta nella bottiglia.
I Giudici di legittimità hanno evidenziato che il divieto della “doggy bag” e di riempire la borraccia, può essere considerato come una pretestuosa ed ingiusta lesione di regole comunemente accettate nella civile convivenza.
Cane chiuso in giardino senza guinzaglio azzanna la vicina? Proprietaria va condannata per lesioni colpose
La Corte di Cassazione nella sentenza n. 33407/2014 ha sottolineato che il proprietario di un animale è sempre responsabile della custodia dello stesso e sulla base di tale assunto, la Corte ha affermato che risponde del reato di lesioni colpose il soggetto che non ponga in essere ogni cautela idonea a rendere inoffensivo il proprio animale che trovandosi nel giardino della propria abitazione azzanni la vicina.
I Giudici di legittimità hanno, inoltre, precisato che la custodia deve essere utile ed effettiva ritenendo, quindi, configurabile il reato di lesioni colpose in tutti i casi in cui non sia riscontrabile, concretamente, l’effettiva adozione, da parte del proprietario, delle banali accortezze volte a rendere innocuo l’animale.
Viola i domiciliari per andare in farmacia? E’ evasione!
Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 27193 del 2014) il detenuto che, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si allontani senza aver prima richiesto l’autorizzazione, commette il reato di evasione.
La Suprema Corte ha osservato che la predetta condotta, posta in essere, nel caso di specie, al fine di recarsi nella farmacia vicina, poichè caratterizzata dalla consapevolezza del detenuto di non avere alcuna autorizzazione, rileva ai fini penali qualora non vengano compiutamente provati, i motivi che hanno determinato il comportamento del reo.
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