News sentenze Cassazione aprile 2014
La lettera del coniuge, in cui ammette le proprie colpe, non basta per chiedere l’addebito della separazione.
Secondo la Corte di Cassazione (sent. n. 7998 del 04.04.2014) una lettera indirizzata all’ex coniuge con cui si ammettono le proprie responsabilità in merito al fallimento del matrimonio non può essere utilizzata come presupposto per una pronuncia di addebito in sede di separazione.
La Suprema Corte, infatti, ha precisato che tali ammissioni non possono avere valore di confessione ma possono essere utilizzate come presunzioni o indizi che saranno poi valutate liberamente dal giudice.
Offendere un insegnante configura il reato di oltraggio ad un pubblico ufficiale
La Corte di Cassazione nella sentenza 15367/2014 ha chiarito che una banale ingiuria pronunciata nei locali scolastici da un genitore nei confronti di un professore delle medie potrebbe integrare il reato di “oltraggio ad un pubblico ufficiale”.
La Corte ha infatti precisato che l’insegnante di scuola media è pubblico ufficiale e l’esercizio delle sue funzioni non è limitato allo svolgimento delle lezioni ma si estende anche alle connesse attività ivi comprese gli incontri dei genitori degli allievi. I Giudici affermano che per la sussistenza di questo reato, occorre che tale violazione sia conosciuta da parte di più persone presenti al momento dell’azione, sia compiuta in un ambito spaziale specificato come luogo pubblico o aperto al pubblico e in contestualità con il compimento dell’atto dell’ufficiale a causa o nell’esercizio della sua funzione pubblica.
Attenti al cane nella borsetta
Con sentenza n. 15492 del 07.04.2014, i Giudici di legittimità hanno statuito che il padrone risponderà dei danni provocati dal proprio cagnolino, anche se di piccola taglia, qualora l’animale, tenuto nella borsetta e di indole generalmente innocua, dia un morso ad un passante che incuriosito dalla tenerezza del predetto animale si avvicini troppo al muso di quest’ultimo. La Corte di Cassazione ha precisato che detta responsabilità sussiste anche quando il passante abbia posto in essere una condotta imprudente come ad esempio avvicinarsi con il proprio viso ad un cane che non ha mai visto prima e quindi non conosce: sussiste una responsabilità in capo al padrone dell’animale perchè non ha custodito l’animale con le dovute cautele e la dovuta diligenza.
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