Diritti all’aiuto in generale
Dal 2003 il legislatore ha portato avanti la riforma di uno dei più importanti settori di intervento del diritto comunitario, ovvero quello della politica agricola comune, la cosiddetta PAC.
La prima fase di questa riforma ha interessato i regimi di sostegno all’agricoltura. La seconda fase ha avuto ad oggetto il potenziamento della politica di sviluppo rurale.
Le linee fondamentali del sistema istituito dalla riforma sono state tracciate dal legislatore comunitario.
Tra le innovazioni più rilevanti vi è stata l’introduzione di un regime di sostegno agli agricoltori profondamente divergente rispetto ai precedenti regimi di aiuto perlopiù legati alla reale produzione nei diversi settori di intervento.
Il nuovo sistema prevede un unico pagamento, che assorbe e sostituisce la maggior parte dei pagamenti diretti erogati sulla base dei precedenti regimi, svincolato (“disaccoppiato” per usare il gergo comunitario) dalla produzione e legato esclusivamente all’estensione della superficie aziendale complessivamente destinata ad attività agricola, con il solo vincolo che siano mantenute buone condizioni agronomiche e ambientali e che siano rispettate le norme relative all’ambiente, alla sicurezza alimentare e al benessere e alla salute degli animali.
Questo mutamento risponde ad una logica di potenziamento della competitività dell’agricoltura comunitaria attraverso il passaggio da una pratica di sostegno ai prezzi ad una politica di sostegno del reddito di ciascuna azienda congegnata in modo da lasciare agli agricoltori la possibilità di ottimizzare le proprie scelte rispetto al mercato.
Una peculiarità del sistema consiste nell’introduzione della c.d. condizionalità ambientale e della modulazione quali tratti comuni alla generalità dei regimi di sostegno all’agricoltura.
In relazione al primo profilo la normativa subordina il pagamento integrale degli aiuti al rispetto di una serie di requisiti fondamentali e che, come già indicato in precedenza, vertono in materia ambientale, di sicurezza alimentare, di benessere e salute degli animali e di buone condizioni agronomiche e ambientali.
Quanto alla modulazione, essa consiste, invece, in una progressiva riduzione dei pagamenti diretti per il periodo 2005-2012 finalizzata all’impiego del risparmio così realizzato per finanziare misure di sviluppo rurale.
L’Italia, nel dare attuazione alla riforma della PAC, ha optato, con D.M. 5 agosto 2004 n. 1787 per il massimo livello di disaccoppiamento degli aiuti rispetto alla produzione previsto dal regolamento 1782/2003, escludendo soltanto, in base alla possibilità fornita dall’art. 70 dello stesso regolamento, i pagamenti diretti concessi ai sensi dell’art. 3 del reg. 2358/71, cioè quelli previsti per i produttori di sementi.
Al suddetto decreto hanno fatto seguito interventi specifici, settoriali, nonché una serie di circolari di Coordinamento dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), organismo nazionale deputato alla gestione centralizzata del regime di pagamento unico.
L’AGEA è un ente istituito nel 1999 per sostituire, a partire dal 2000, l’AIMA (l’Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo). Tra le funzioni attribuite all’AGEA dalla normativa vi è, oltre a quella di Organismo pagatore di aiuti, di contributi e premi comunitari previsti dalla normativa dell’Unione europea, quella di Organismo di coordinamento degli Organismi Pagatori italiani. Infatti, data la possibilità fornita alle regioni di istituire appositi organismi pagatori, l’AGEA opera in funzione di organismo pagatore solo ove detta competenza non sia stata attribuita ad altri organismi, in relazione ai quali svolge un ruolo di coordinamento.
Nella predetta qualità l’AGEA promuove l’applicazione della normativa comunitaria verificando la conformità e i tempi delle procedure istruttorie e di controllo seguite dagli organismi pagatori; effettua il monitoraggio delle attività svolte dagli stessi; provvede alla rendicontazione all’Unione europea dei pagamenti effettuati dalla stessa e da tutti gli altri organismi pagatori.
Avvocato Chiara Roncarolo
Avvocato Maurizio Randazzo
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