News sentenze Cassazione ottobre 2013

L’uso del collare antiabbaio è maltrattamento animali
Con la sentenza n.38034/2013 la Corte di Cassazione ha affermato che l’utilizzo del collare antiabbaio è da ritenersi lesivo della libertà del cane. Infatti, la Suprema Corte precisa che tale strumento non è compatibile con l’esigenza di assicurare condizioni ottimali di detenzione e di custodia del suddetto animale. Ed ancora, i Giudici di legittimità hanno, altresì, precisato che l’utilizzo del collare antiabbaio, al fine di limitare i comportamenti molesti del cane, rientra fra i dispositivi atti a provocarne maltrattamenti ed è idoneo a provocare conseguenze pericolose e spesso irreversibili nell’animale stesso.

Qual è la valenza probatoria della constatazione amichevole di incidente?
La Corte di Cassazione Civile nella sentenza n. 21161 del 17 settembre 2013 ha stabilito, che il valore giuridico di un CAD, compilato in modo errato e lacunoso non può essere valutato ai fini probatori. Infatti, la Suprema Corte, ha affermato che non è ammissibile la valutazione di un sinistro effettuata su un CAD non contenente una dettagliata e veritiera descrizione dell’incidente poiché, tale dichiarazione, presenterebbe un quadro probatorio complessivamente incoerente. Infatti, come sottolineano i Giudici di legittimità, essendovi un’incompatibilità accertata ed oggettiva tra il fatto come descritto e ciò che è accaduto, non è possibile dare al predetto CAD la valenza confessoria che avrebbe lo stesso documento compilato correttamente.

Costringere il conducente di un mezzo a fermarsi configura violenza privata
La Corte di Cassazione ha confermato, con la sentenza n. 23495/2013, che chiunque impedisca ad un soggetto che è a bordo del proprio veicolo di avanzare, parandosi davanti allo stesso, commette violenza privata. I Giudici di Legittimità precisano che un qualsiasi comportamento o atteggiamento idoneo ad incutere timore ed a suscitare la preoccupazione di un danno ingiusto in un soggetto, al fine di indurre quest’ultimo a fare, a tollerare o ad omettere qualcosa, integra il delitto di violenza privata.

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